Calcio Totale Racconta

Pelé e quelle parole di Burgnich: 'Ho marcato tanti fuoriclasse, ma lui...'

di Claudio Ruggieri

Pubblicato il 29/12/2022

La morte di Pelé ha sconvolto tutto il mondo del calcio, e non solo. Il campione brasiliano era malato da tempo ma nessuno voleva pensare alla sua dipartita nonostante le condizioni di salute non fossero positive. E noi vogliamo ricordarlo con quelle parole di Burgnich.

E' morto Pelé, uno dei più grandi di tutti, forse il più grande. Ed ora in Paradiso avranno un compito molto arduo, dovranno decidere chi è il più forte tra Pelé e Maradona. Ma sicuramente, a differenza di noi terresti, si godranno lo spettacolo. Pelé è stato il simbolo del Brasile, tre volte Campione del Mondo. Uno contro l'Italia nel famoso Mondiale del 1970.

Era il Mondiale della famosa partita del secolo tra Italia e Germania finita 4 a 3, in finale però il Brasile annientò gli azzurri per quattro a uno. Con un Pelé scatenato autore del primo gol con il famoso colpo di testa ad un'altezza fuori dal comune. A marcarlo c'era il compianto Tarcisio Burgnich che alla Gazzetta dello Sport parlò proprio del fenomeno brasiliano.

"Il più grande di tutti. Era completo: destro, sinistro, testa. Faceva gol in qualsiasi modo. E poi aveva uno scatto bruciante e un dribbling micidiale. Mai visto uno così, eppure ne ho marcati di fuoriclasse… Sivori, ad esempio, era fantastico, ma sapevo che usava soltanto il sinistro e quindi riuscivo a cavarmela. Con Pelè era impossibile: se gli impedivi di usare il destro, lui lavorava il pallone con il sinistro. E poi, se arrivava un cross, di testa non ti perdonava mica.

Pelé aveva una velocità di esecuzione incredibile. Pensava e calciava in una frazione di secondo. Nessuno è stato come lui. Eppure ho marcato anche Eusebio, anche Cruijff. E poi O Rei era un uomo-squadra: una sicurezza per i compagni e un tormento per gli avversari. La sua presenza incuteva timore. Se avesse giocato contro le difese di oggi, più ballerine di quelle di una volta, di gol ne avrebbe segnati tremila". 

di Claudio Ruggieri

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