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Cellino ricorda O’Neill: “Rubarono la macchina al magazziniere, Fabian ne comprò una nuova”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 27/12/2022

Lo portò a Cagliari dopo averlo visto in un’amichevole. Ha raccontato una serie di aneddoti dell’uomo che fece innamorare la Sardegna con le giocate in campo e con alcuni gesti di enorme generosità. Oltre i vizi, c’era un grande cuore: ““È l’unico giocatore, forse uno dei pochi, che mi ha fatto un regalo e fece un gesto enorme nei confronti del magazziniere...”

Per capire cosa è stato Fabian O’Neill nel suo trascorso italiano, è importante ascoltare le testimonianze di chi l’ha voluto più di tutti a Cagliari: Massimo Cellino. Uno che dei giocatori si innamorava perdutamente, specie di quelli di classe. Pochi tocchi ma buoni, sempre nel vivo del gioco e pochissime parole nel corso di un’amichevole natalizia.

Fu amore a prima vista con il centrocampista uruguagio. “Sì, lo voglio”. Un cenno di intesa con il suo procuratore e via alla trattativa lampo, come racconta lo stesso Cellino in una intervista rilasciata al Corriere dello Sport. "Lo vidi in un’amichevole a Punta del Este, ero con Paco Casal a una partita del Nacional durante le vacanze di Natale. Mi lasciò impressionato e lo volli portare al Cagliari. C’era Trapattoni come allenatore. “

L’alcol, una vita estrosa e senza regole, segnali che notò dopo poco tempo lo stesso Cellino. I due si incontrarono in sede, Fabian non era proprio lucidissimo, era reduce da un incidente, la cui ricostruzione fu abbastanza fantasiosa. Il presidente capì subito che c'era qualcosa che non andava.

“Mi accorsi che aveva problemi con l’alcol quando venne nel mio ufficio perché aveva avuto un incidente con l’auto. Gli chiesi 'che c.... ci facevi alle 4 del mattino in giro?' Mi rispose: ‘Presidente, ho incontrato uno che mi ha detto che saremmo retrocessi, mi sono offeso, l’ho rincorso e per disgrazia gli ho tamponato il motorino'. Invece non era così. Si vedeva che aveva bevuto tanto. Poi ci fu il passaggio alla Juventus. Mi disse che non voleva andar via da Cagliari, ma che sarebbe stato meglio perché c’era troppa gente che lo proteggeva in città. E allora lo feci andare alla Juve, che però non riuscì a cedere Zidane e ce lo lasciò un altro anno in prestito. Ma non fu più lo stesso”.

Oltre i vizi, mai avuti dubbi sull’uomo e sul calciatore. A Cagliari giurano di averne visti pochi con il suo talento. Riusciva a fare qualsiasi cosa con entrambi i piedi, con il tempo riuscì ad affinare anche il mancino.
"Che giocatore era? Un fenomeno. Quello con più talento che abbia mai avuto. Usava entrambi i piedi indifferentemente. La sua gamba destra, più corta di 3 centimetri, fu curata male e quindi imparò a calciare di sinistro. Aveva una forza incredibile, di testa, sui calci piazzati, oggi giocherebbe da titolare nel Psg senza dubbio”.

E poi l’aneddoto che meglio spiega la bontà del personaggio. Fabian, come racconta il presidente, era un buono che amava fare del bene in silenzio. Come quella volta che vide il magazziniere del Cagliari a pezzi: gli avevano rubato la macchina. “È l’unico giocatore, forse uno dei pochi, che mi ha fatto un regalo: un orologio da tavolo che conservo ancora. Un giorno rubarono la macchina al magazziniere del Cagliari, lui andò a comprarne un’altra e gliela regalò. E ora è morto in povertà".

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