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Un ex compagno rivela: “Mandzukic ti segnava fisicamente, ecco cosa faceva durante i torelli”

di Mario Lorenzo Passiatore

Foto di by trasfermarkt

Pubblicato il 01/10/2022

Un suo collega ai tempi del Bayern ha raccontato come lavorava l’attaccante croato in allenamento. Non si fermava di fronte a nulla, al punto che un giorno Guardiola lo invitò a rallentare. “Allenarsi contro di lui significava ‘dolore’, ti puniva fisicamente e…”

Mario No Good. Dalle parti di Torino hanno apprezzato tanto le sue doti caratteriali nel corso delle quattro stagioni in bianconero. Che non fosse un tipo tenero con i compagni era già chiaro a tutti. Si parla di campo, di rettangolo verde e calcio giocato, è lì che Mandzukic si trasformava e perdeva qualsiasi forma di amicizia e parentela.

Poi negli spogliatoi riusciva a mitigare questa sua vena iper competitiva, ma solo a palla ferma e dopo gli allenamenti. Ha fatto le fortune di Max Allegri, il croato si è adattato con grande sacrificio a sinistra accettando le disposizioni dell’allenatore, senza batter ciglio. Meno quelle di Pep Guardiola, con il quale il rapporto non è mai decollato per questioni meramente tattiche in Baviera.

E proprio in quel periodo Jan Kirchhoff, ex difensore del Bayern Monaco, ha raccontato a Goal la sua esperienza con Mandzukic. Uno che non si poteva non ammirare per il modo in cui lavorasse in campo, anche se bisognava stare lontani e girare alla larga. Sempre, o quasi.

“Allenarsi contro di lui significava ‘dolore’. Cercava sempre il contatto fisico, provava a bloccare ogni palla lunga. Spesso saltava sulla schiena dei difensori sui palloni alti. Anche in allenamento, non accettava di perdere. Quando durante il torello rimaneva troppo in mezzo, iniziava ad entrare in tackle su tutti. Da avversario diretto è stato difficilissimo allenarsi bene. Ti puniva fisicamente, ma non ci sono mai state malizie. Ricordo che alcune volte ho dovuto fare un passo indietro.

Insomma, una furia persino in allenamento. Kirchhoff ha raccontato un episodio in partitella. Quando sentivi il fiato sul collo e captavi la sua presenza, era fortemente consigliato liberarsi della palla. Guardiola lo invitò a rallentare ed essere meno aggressivo con i compagni di squadra. Non fu un consiglio gradito.

 “Una volta giocavamo cinque contro cinque, mi ero allenato bene. Ho preso palla fronte alla porta e stavo per calciare, quando Mario è partito come un pazzo dalla fascia per fermarmi. Probabilmente ho calciato via la palla in un mix di paura e saggezza. Da giovane calciatore, avevo grande rispetto per la sua aggressività e la sua qualità. Ricordo anche che una volta Guardiola gli ha detto: ‘forse puoi cambiare marcia e giocare meno aggressivo’".

di Mario Lorenzo Passiatore

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