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Galliani e l’aneddoto dello psichiatra dopo Manchester, mi disse: “Lei è irrecuperabile”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 22/09/2022

Tante risate durante l’appuntamento odierno del Festival di Trento dove l’ex dirigente del Milan ha svelato delle storie curiose inerenti al suo passato. Tanto Milan ma anche momenti strettamente personali: “Alla festa della Champions League mi ritrovo al tavolo con un noto psichiatrica, gli chiesi…”

Gli aneddoti del Condor. Adriano Galliani è stato intervistato in queste ore al Festival di Trento da La Gazzetta dello Sport. Una chiacchierata di oltre un’ora, tra passato e presente con i racconti più belli che hanno segnato la sua vita da dirigente. Il Milan, il Monza e le emozioni dei trofei internazionali, impossibile non fare un passaggio sulla notte di Manchester nel 2003, la partita che consegnò la Champions al Milan in una finale tutta italiana con la Juve. Ha svelato una storia curiosa, un aneddoto che ha strappato un sorriso a tutti gli ospiti presenti.

“Dida ne parò tre in finale, segnarono solo Birindelli e Del Piero della Juve. Vi racconto un episodio della mia pazzia. Facciamo una festa per celebrare la vittoria della Champions e mi ritrovo al tavolo con un noto psichiatra che si vede spesso in tv. Gli chiesi una cosa che mi metteva paura. ‘Senta dottore, io continuo a rivedere l’ultimo rigore di Shevchenko e ho paura che lo sbagli. Poco fa l’ho rivisto nuovamente e torna sempre quella sensazione. Lei cosa ne pensa?’ Mi rispose con grande serenità: ‘Lei è irrecuperabile, perso definitivamente’. Un’altra cosa che mi metteva paura era la parata di Zoff in Italia – Brasile dell’82, avevo il timore che la palla avesse varcato la linea”.

Galliani è tornato a parlare di Dida, il portiere brasiliano che nei primi anni 2000 era considerato il miglior estremo difensore al mondo insieme a Gigi Buffon. L’ex dirigente rossonero ha spiegato il motivo per cui non è riuscito a mantenere più lo stesso livello di competitività nel corso degli anni. Una discesa inesorabile per “colpa” di un episodio abbastanza singolare.

“Dida è stato il portiere più forte del Mondo fino a quando i petardi della curva nord dell’Inter non lo colpirono. Me lo spiegò il dottor Meersseman: quel colpo tra la spalla e il collo non gli permise più di essere il numero uno. Da lì il calo di rendimento nel periodo successivo”.

di Mario Lorenzo Passiatore

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