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Allegri spiega: 'E' una Juventus virtuale. I giocatori non pensano più...'

di Claudio Ruggieri

Foto di Wikimedia Commons

Pubblicato il 17/09/2022

L'allenatore della Juventus ha raccontato l'attuale momento dei bianconeri al Corriere della Sera in un'intervista con Mario Sconcerti. E ha voluto chiarire l'attuale situazione della Juventus che viene da una brutta sconfitta contro il Benfica...

La trasferta di Monza come rilancio immediato dopo la brutta sconfitta in Champions League contro il Benfica. Un k.o. casalingo che ha fatto male alla Juventus di Allegri che per la prima volta è stato criticato aspramente anche dallo Stadium. La formazione bianconera farà visita al Monza che si presenterà con un nuovo allenatore, con Palladino al posto di Stroppa. 

La situazione Juventus non piace ovviamente a Massimiliano Allegri. Il tecnico non è ovviamente in pericolo, la sua panchina è al momento stabile, ma è chiaro che dovrà tornare a vincere per riportare l'entusiasmo del popolo bianconero. Anche perché sono in tanti a chiedere un gioco diverso, maggiormente offensivo, per regalare gioia agli occhi dei tifosi. Il tecnico livornese ha raccontato il momento al Corriere della Sera.

"Sono molto dispiaciuto per questa situazione e mi chiedo spesso se ho commesso errori. La prima risposta che mi viene in mente è che la Juve era stata pensata in un altro modo. Con Rabiot-Paredes-Pogba a centrocampo più Locatelli a fare il primo che subentra. Di Maria e Chiesa sulle fasce, Vlahovic nel mezzo. La Juve di adesso è virtuale. Lo so che manca chi sappia inventare negli ultimi trenta metri, ma avevamo preso Pogba e Di Maria per questo.

E stiamo valorizzando Miretti, il più adatto in quel ruolo tra quelli che ci sono. Ma non è Pogba. È un 2003. Abbiamo problemi di spinta sulle fasce laterali. Non posso più chiedere a giocatori che hanno corso per tutta la vita di continuare a fare l’intera fascia. Se a Cuadrado chiedo di fare l’ala, sa farla ancora benissimo. Ma non posso più chiedergli di fare sempre due ruoli.

Ho visto con interesse su Sky l’intervista di Carlo Ancelotti a Paolo Condò. Ha detto che dopo aver perso le prime due partite, ha chiesto alla squadra di abbassarsi venti metri e aspettare lo Shakhtar. Il Real, capite? Hanno vinto 5-0. Il Psg perdeva 1-0 in Israele, poi hanno segnato Messi, Mbappè e Neymar, non tre chiunque. La qualità sta sempre nei giocatori, non negli schemi. Un buon allenatore deve prima di tutto pensare ai giocatori. Io adesso ho mezza squadra titolare fuori.

Mezza squadra esatta. Dopo il Benfica mi sono fermato a parlare con Rui Costa, non avrei smesso più. Mi diceva che oggi il calcio è rovesciato, se un giocatore fa un buon passaggio è già un fenomeno. Se fa un lancio di quaranta metri, doppio fenomeno. Me nel calcio deve essere normale passare bene la palla, saperla lanciare. Oggi si scambia la regola per l’eccezione. Non può essere così. Io adoro la qualità dei miei giocatori, li ho cercati e voluti. Non ho schemi prestabiliti, adatto il gioco alle loro qualità.

Non sono un fenomeno per questo, è mestiere. Il giocatore è fatto di particolari che vanno sempre considerati. Non esiste per esempio un modo di stoppare la palla. Ce ne sono due. Se la stoppi all’indietro è uno stop difensivo, se lo sai fare in avanti, comincia un’azione di attacco. Questo è calcio vero, applicato. Come i passaggi: non basta dare il pallone a un compagno in area, devi darglielo con i giri contati altrimenti quello non tira in porta, deve prima girarsi. Oggi i giocatori non pensano, ubbidiscono. Non interpretano. È la soluzione più facile. Mentre il calcio è una somma di singole fantasie.

Col Benfica Di Maria è entrato pochi minuti e ha messo uno davanti al portiere da trenta metri. Posso dire che era uno schema? No, era Di Maria. Io li ho questi giocatori, se siamo tutti, siamo forti. Oggi non so nemmeno con quale squadra andremo a Monza, partita solo da vincere. Ma ho altri due acciaccati e non ho più sostituzioni. Guardo con felicità alla sosta, dopo potrò almeno recuperare tre giocatori".

di Claudio Ruggieri

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