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Zazzaroni attacca i tifosi: “Neanche un saluto a Mihajlovic, la stessa gente che andava in ospedale”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 14/09/2022

Il giornalista del Corriere dello Sport ha manifestato tutta la sua delusione per come si è conclusa l’avventura dell’allenatore serbo a Bologna. Si aspettava qualcosa in più da parte dei tifosi nell’ultimo impegno casalingo: “Speravo in cuor mio che la curva lo salutasse e invece…”

Parole dure, sentimenti forti. E' la sintesi di questi giorni tra chi si è schierato con l'allenatore e chi ha sposato la linea della società di cambiare la guida tecnica. L’esonero di Sinisa Mihajlovic fa ancora rumore dalle parti di Bologna per innumerevoli ragioni. I rossoblù nell’ultimo weekend hanno vinto in casa contro la Fiorentina, con Thiago Motta nuovo tecnico scelto dalla proprietà, ad osservare in tribuna.

Una parte della stampa però non ha gradito la scelta del presidente Saputo di silurare a settembre Mihajlovic. Dalle colonne del Corriere dello Sport, il direttore Ivan Zazzaroni ha commentato la vicenda, si aspettava una reazione diversa del pubblico di casa, una sorta di ringraziamento per l’allenatore e per quello che ha fatto negli ultimi tre anni e mezzo in panchina.

“Speravo che la prima partita senza di lui e senza un nuovo allenatore, potesse essere celebrata con un saluto da parte della curva nei confronti di Mihajlovic. L’unico striscione che è uscito era contro di me. Non è un problema, era uno striscione simpatico. C’era scritto ‘Zazzaroni senza dignità’, per la semplice ragione che io ho attaccato la società. Sono di Bologna, sono tifoso del Bologna, Baggio era venuto grazie al sottoscritto a Bologna. Leggere queste cose, che poi non me ne frega assolutamente nulla”.

Zazzaroni ha fatto riferimento al periodo in cui Mihajlovic era ricoverato in ospedale, con una frangia del gruppo organizzato che andò sotto la finestra per salutarlo e augurargli una pronta guarigione. Il giornalista ha manifestato tutto il suo rammarico per come si è conclusa la vicenda tra l’uomo e la città, tra i tifosi e il professionista.

“Neanche un saluto a Sinisa, poi uno può anche avere una posizione come un‘altra. Sono gli stessi che andavano sotto la finestra del Sant’Orsola quando Sinisa era ricoverato. Purtroppo non ho più la testa per arrivare a quella gente, perché non ho più ne l’età e ne quel tipo di passione. Trovo che sia finita malissimo una storia anche bella, brutta per altre ragioni. Spero che lui recuperi in fretta. Si volta pagina”. 

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