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Vieri e le zuffe all’Inter: “Con Branca erano in 25 a separami”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 08/07/2022

L’ex calciatore nerazzurro ha raccontato due episodi curiosi durante l’avventura all’Inter. Da uno scherzo è nata una vera e proprio lite, con i compagni che provavano a separarlo. “Ho fatto sei anni all’Inter e ogni anno scrivevo quando eravamo in ritiro: ‘Dirigenti siete scarsi, dirigenti siete ridicoli’. Poi un giorno…”

Aneddoti di spogliatoio e storie di un altro calcio. Vieri durante l’ultima puntata della Bobo TV a teatro, ha raccontato alcuni episodi scomodi che hanno segnato la sua carriera. Cose che a distanza di anni si possono raccontare: dal rapporto poco idilliaco con Zaccheroni, alla lite furibonda con Marco Branca. Bobo è stato sempre uno spirito libero, sia dentro che fuori dal campo e spesso non accettava i compromessi. La storia che ha raccontato nasce dal suo modo di fare ironia, spesso con toni esasperati che hanno infastidito lo staff tecnico e dirigenziale.  

“Ho fatto sei anni all’Inter e ogni anno scrivevo quando eravamo in ritiro: ‘Dirigenti siete scarsi, dirigenti siete ridicoli’. Avevo questo pensiero, ma si sapeva che ero io e solitamente ridevamo. Quell’anno arrivò Branca e appena lo vidi da lontano pensai: ‘Con questo ci sarà da litigare’. Mandano via Cuper e arriva Zaccheroni. In una trasferta di Champions League, noi giocatori facevamo la fila e i giornalisti ci passavano di lato. Allora la sera scrivo: ‘Dirigenti ridicoli e falliti, date le dimissioni’. Usciamo dalla Champions e andiamo a cena. Vedo con la coda dell’occhio Branca: ‘Chi ha scritto quella frase?’ Rispondo subito: ‘Sono stato io e lo scrivo da cinque anni, però se vuoi non lo scrivo più’. Finisce lì, ma sapevo che lui e Zac volevano colpirmi”.

La storia prosegue nel weekend con i protagonisti che si sono nuovamente incontrati. L’allenatore nerazzurro studia una punizione per Vieri e cerca di far passare un messaggio diverso, ma la cosa sortisce l’effetto contrario. “Il venerdì mi chiama Zac nello spogliatoio: ‘Mi piace come ti alleni, ma dobbiamo fare gruppo e domenica riposi.’ ‘Ok, perché ho scritto quella cosa contro la dirigenza? Hai parlato con Branca. Dimmi che è per quello, non mi dire cazzate’.

Il giorno seguente la vicende prende una piega inaspettata. Gli umori si inaspriscono e, minuto dopo minuto, la situazione degenera. “Il sabato ero tranquillo, vado in pullman vicino a Materazzi. Mi prende in giro per tutto il tempo e mi carica a pallettoni per due ore. Sono arrivato a Bologna che ero una belva, un leone. Alle 15 ero una iena: dopo 20 minuti Inter avanti due a zero con Cruz e Martins, contento per loro ma volevo fare gol io. Entro a 20 dalla fine, arrivo nello spogliatoio che ero un animale, apro la porta e indovinate chi c’era? Branca che beveva un te caldo. In 25 provavano a separarmi. L’ho preso per la cravatta ed è successo di tutto. Da lì ho rotto con Zac, ho chiamato in sede: ‘Se Branca torna alla Pinetina, spacco tutto’. Non è più tornato”.

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