Calcio Totale Racconta

Andreazzoli e le analisi in prima categoria: “Comprai il videoregistratore a rate”

di Mario Lorenzo Passiatore

Pubblicato il 29/06/2022

Un allenatore che utilizzava metodi rivoluzionari in un periodo storico in cui la video analisi non era alla portata di tutti e, soprattutto, l’ha sempre fatto sin dai dilettanti: “Questa pratica mi ha aiutato molto a capire come faccio ora e apprezzare gli sforzi di oltre vent’anni fa”

Storie fantastiche su VHS. E’ il segno dei tempi e della capacità di ingegnarsi di alcuni addetti ai lavori che erano già avanti nella testa, nelle idee ma non ancora con gli strumenti. Bisognava adattarsi a quello che offriva la tecnologia. La Serie A ha perso uno degli allenatori più preparati di tutto il campionato, esonerato all’improvviso dal presidente Corsi a inizio giugno, dopo una salvezza tranquilla maturata sul campo. Una decisione non in linea con la filosofia dell’Empoli, un club abituato a programmare con estrema serenità. Un colpo che ha spiazzato diversi addetti ai lavori quando hanno appreso il comunicato della società.

A inizio carriera, Aurelio Andreazzoli non pensava nemmeno di fare l’allenatore. Quindi il patentino, il corso con Silvio Baldini e lo studio accurato del metodo Sacchi: la sua proposta di calcio e la ricerca dei dettagli incuriosiva parecchio, già quando era sulla panchina del Parma. Per diversi anni è stato collaboratore tecnico di Luciano Spalletti, sia a Udine che a Roma, un altro che a Empoli ha lasciato una traccia significativa. Andreazzoli ha sempre parlato di squadra produttiva, cioè in grado di costruire situazioni da gol.

Nel libro “Pep Guardiola” di Carlo Pizzigoni, c’è un’interessante intervista ad Andreazzoli che, oltre a parlare del tecnico spagnolo, ha raccontato una parte della sua carriera. Quando iniziò a fare analisi tra i dilettanti, pur non avendo gli strumenti adatti si arrabattava con le vecchie VHS, esaminando le varie situazioni di gioco, al fine di preparare al meglio le partite. Una lavoro enorme che costava tempo, fatica e soprattutto soldi, tanti soldi.

“C’erano le videocassette, comprai a rate un videoregistratore dal fotografo del mio paese e ci ho messo un po’ per pagarlo. La curiosità ti spingeva, imparavi ogni giorno cose nuove. Non era facile, stiamo parlando di calcio di prima e seconda categoria, facevi analisi in maniera un po’ rudimentale rispetto ai canoni di adesso, non potevi selezionare immagini. Questa pratica mi ha aiutato molto a capire come faccio ora”.

Un vero precursore che ha conservato il suo metodo di lavoro, migliorandolo grazie al supporto tecnologico. Ma lo studio e la ricerca dei dettagli, erano pratiche già utilizzate in prima categoria.

“Non sono cambiato negli anni, ho solo strumenti diversi. Noi all’epoca eravamo senza esperienza di calcio, senza materiale da vivisezionare, raramente avevamo il video della squadra che incontravi la domenica, così vedevi anche partite di alto livello: Milan, Inter, Juve e le coppe. Andare a scoprire cosa succede dentro la partita, questa è la domanda chiave, da lì discerne il resto".

di Mario Lorenzo Passiatore

VAI ALLA CATEGORIA

Calcio Totale Racconta

CONDIVIDI

CONTENUTI CORRELATI

#andreazzoli