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Musumeci (Il Calcio Nordico): “Kjaer simbolo dell’Europeo danese. Kulusevski, l’errore di Pirlo. Tre consigli per la Serie A” (Esclusiva)

di Redazione

Pubblicato il 09/12/2021

Abbiamo intervistato il creatore della community “Il Calcio Nordico” per parlare della sorprendente Danimarca che si giocherà la semifinale contro l’Inghilterra. Non solo, spazio anche ad alcuni talenti nordici che giocano in Serie A…

La Danimarca di capitan Kjaer cercherà di regalarsi un sogno giocando la semifinale dell’Europeo contro l’Inghilterra di Kane che ad oggi non ha ancora subito un gol. Un compito sulla carta assai arduo per i danesi che in questo Europeo hanno però sorpreso tutti superando ogni tipo di difficoltà. Basti pensare alla delicata situazione di Eriksen nel primo match dell’Europeo che ha portato i danesi a superare questa triste vicenda e ad arrivare in semifinale. Del percorso dei danesi in questo Europeo e dei talenti nordici che si stanno mettendo in mostra ne abbiamo parlato in esclusiva per Calcio Totale con Alessandro Musumeci, creatore della pagina “Il Calcio Nordico“, tra i più competenti in materia.

C’è stata una Danimarca prima del problema di Eriksen e dopo. Cosa è cambiato emotivamente e tatticamente?

Quanto accaduto ad Eriksen ha chiaramente cambiato ogni tipo di equilibrio nel gruppo danese. Inizialmente il gioco doveva passare sempre da Christian. Il numero 10 era il leader tecnico di questa formazione, fondamentale per mettere un ultimo passaggio di qualità, per “lavare” i palloni sporchi e anche in fase di conclusione dalla distanza è stato spesso determinante. Con la sua assenza improvvisa, il CT Hjulmand ha dovuto reinventare la squadra, passare alla difesa a 3 e creare tutto un nuovo modo di attaccare, molto più incentrato sulle giocate degli esterni, eliminando praticamente la figura del trequartista. Prima di questo Europeo, Hjulmand aveva provato solo una volta questo sistema e personalmente considero la sua reattività nel metterlo in campo, da applausi. L’impatto emotivo è stato brutale. Ricordiamo tutti quel pomeriggio. Capitan Kjær e Schmeichel che prendono in mano la situazione, calmano tutti e riescono in qualche modo a contenere i problemi esterni a quelli di Christian. I due sono sembrati forti, quasi imperturbabili ma in realtà sono i due ragazzi che hanno vissuto peggio la situazione. Il peso della responsabilità e la grandissima amicizia con Christian, hanno portato il difensore a chiedere il cambio contro la Finlandia e Schmeichel a commettere uno dei pochissimi errori della sua carriera in Nazionale sul gol di Pohjanpalo. Quello danese è un gruppo fantastico, composto da bravissimi ragazzi e che sta dimostrando di avere grande carattere. La paura si è trasformata in grinta. Fisicamente sono probabilmente al limite ma dal punto di vista mentale, daranno tutto quello che hanno fino all’ultimo minuto.

Ci sono analogie tra questa Danimarca e quella del ’92?

Quella della Danimarca del 1992 è probabilmente una delle storie calcistiche più belle di sempre. L’analogia potrebbe essere che la leggendaria Nazionale del ’92 si strinse attorno a Kim Vilfort e al dramma che viveva con la figlia affetta da leucemia, oggi invece questo gruppo si stringe attorno allo spavento avuto per Christian e prova a regalare una nuova gioia a questo fantastico Paese. Anche il fatto di avere uno Schmeichel in porta, da Peter a Kasper, è qualcosa di incredibile. Paradossalmente, seppur il formato del torneo sia ormai totalmente diverso e in passato arrivare in finale fosse probabilmente più facile visto il numero di partite da disputare, in patria alla vigilia c’era sicuramente più fiducia in questo gruppo rispetto a quello del 92 (all’epoca quasi deriso). Per il resto direi che quella è una storia davvero troppo assurda e probabilmente irripetibile, ormai il Calcio è cambiato ed è difficile per me trovare altri punti in comune.

Danimarca-Inghilterra, partita già decisa o credi che la formazione danese possa regalarci altre sorprese?

Onestamente sono piuttosto pessimista. Da tifoso ci credo, devo farlo. Se analizzo la partita però, non vedo quasi nulla a favore. L’Inghilterra gioca in casa, ha dato prova di grande solidità, è tecnicamente superiore, può colpire con inserimenti o tiri da fuori, ha grandi alternative e arriva a questa partita con una certa freschezza psicofisica. La Danimarca sta mettendo sangue, sudore e lacrime in campo. Quattro/cinque titolari giocano in condizioni fisiche precarie e sia per esperienza che per alternative in panchina, la differenza mi sembra evidente. Per qualcuno che analizza le partite in maniera piuttosto fredda, dover sperare in parole come impegno, coraggio e destino non è eccezionale ma sinceramente ritengo di potermi aggrappare solo a questo.

Kjaer simbolo di questa formazione. Ma possiamo definirlo l’Europeo di Dolberg?

Sarà banale ma per me è l’Europeo di Kjær. C’è poco da fare. Prima abbiamo parlato di quanto successo contro la Finlandia ma la sua partita contro la Repubblica Ceca per me è stata eroica. Ha giocato da infortunato, ogni tentativo di scatto o anticipo era accompagnato da una smorfia di dolore. Ha tenuto sempre la posizione in maniera perfetta per limitare gli sforzi. Mai una volta a terra per perdere tempo, mai una volta a lamentarsi e ha addirittura lasciato la sostituzione ad un dolorante Christensen. Uomini così in questo sport se ne vedono sempre più di rado. Dolberg invece sta diventando una sorta di talismano. Senza voler bestemmiare, il sogno è un percorso alla Paolo Rossi dell’82, quando nella seconda fase del torneo diventò un cecchino infallibile. Per il momento tutto procede come in quella occasione, un epilogo simile sembra altamente improbabile ma sognare non costa nulla. E dire che non era neanche titolare il buon Kasper!

Vedremo Mæhle protagonista nell’Atalanta della prossima stagione?

Secondo me si. L’Atalanta sta dimostrando di essere uno dei club meglio gestiti al mondo. Grazie al loro modo di vedere il Calcio, allo scouting, al settore giovanile e alla capacità di prevedere la crescita dei loro ragazzi, possono permettersi il lusso di far arrivare un giocatore, farlo ambientare e poi lanciarlo quando pronto. L’hanno fatto con Malinovskyi, lo stanno facendo con Miranchuk e anche con Mæhle. Joakim sta dimostrando di avere tutte le qualità necessarie per imporsi a Bergamo. Può partire da titolare o essere sia la riserva di Gosens che di Hateboer. Per me insieme a Spinazzola (ex Atalanta oltretutto), Mæhle è il miglior esterno sinistro difensivo del torneo per prestazioni. Ragazzo che seguo da anni e di cui parlo benissimo in pagina da tempo, è l’ennesimo colpo da applausi dei bergamaschi.

Damsgaard nel mirino del Milan. Pronto per il grande salto?

Damsgaard, chi segue “Il Calcio Nordico” lo sa, è un mio pupillo sin dagli esordi al Nordsjælland. Tecnicamente fantastico, sta dimostrando di assorbire rapidamente ogni tipo di dettame tattico, rendendosi utile in qualsiasi contesto. Capace di giocare in almeno 3/4 ruoli farebbe comodo a tutti in Serie A. Per quanto riguarda il Milan, non vedo giocatori con qualità più importanti delle sue (escluso Zlatan) nel reparto offensivo, quindi chiaramente il suo arrivo ci starebbe. Al tempo stesso però, spero resti alla Sampdoria perché fisicamente deve irrobustirsi un po’ e con l’arrivo del nuovo tecnico non sarebbe più sacrificato in un ruolo non suo. Aggiungo che una stagione in più senza pressioni, potrebbe aiutarlo a conoscere meglio il campionato e limare alcuni difetti. Sappiamo tutti però, che davanti a 20/25 milioni, Mikkel andrà al migliore offerente.

L’Europeo della Svezia possiamo definirlo buono o ti aspettavi di più?

Per me il livello di questa Svezia era da Ottavi di finale, quindi risultato in linea con le aspettative. Certo però che uscire con l’Ucraina, lo fa diventare in qualche modo negativo. L’unica certezza che ho è che l’Inghilterra avrebbe battuto la Svezia di Andersson. La squadra da un punto di vista anagrafico era vecchia (per volere del CT dato che le alternative giovani ci sono) e stanca quindi i Quarti di finale erano la massima aspirazione. Qualche rimpianto per la sconfitta contro gli uomini di Shevchenko è inevitabile ma nel complesso, va bene così. Bisogna rispettare il verdetto del campo che dice Forsberg traversa, Dovbyk gol. I dettagli hanno fatto la differenza come spesso capita, ma la fase a gironi è stata memorabile.

Quanto è mancato Ibrahimovic alla Nazionale?

Dirlo dopo per me è facile. Nella fase a gironi, non è mancato per nulla. La squadra ha corso, lottato e bloccato gli avversari alla perfezione. Con l’Ucraina, un giocatore della sua personalità e con le sue doti di finalizzazione sarebbe stato fondamentale, anche perché la qualità della squadra avversaria non era eccelsa e ci si poteva permettere di avere solo 9 giocatori di movimento (considerando Olsen e Zlatan fermi). Ibrahimovic poteva essere quel dettaglio che porta la partita in tuo favore. Al tempo stesso però, Zlatan o non Zlatan, per me il cammino si sarebbe comunque concluso ai Quarti di finale. Non tanto per la qualità dei ragazzi ma per una questione di stanchezza dovuto al modo del CT di impostare le partite.

Kulusevski ha deluso al primo anno alla Juventus. Quali sono stati i motivi?

Diciamo che ad esclusione di Cuadrado, non so quanti giocatori della Juventus abbiano fatto bella figura in questa stagione. Partendo dal presupposto che Kulusevski ha chiaramente le sue colpe, per me Pirlo non ha capito assolutamente questo ragazzo. Metterlo esterno in un centrocampo a 4, significa limitarne incredibilmente il potenziale. Errore che inizialmente faceva anche il CT. Kulusevski nelle giovanili dell’Atalanta nasce come mezzala in un centrocampo a 3. Fisicamente e tecnicamente devastante, progressione palla al piede quasi inarrestabile, gol e assist a non finire. Arriva in A, praticamente nessuno lo mette lì. A Parma gioca come Ala destra e fa molto bene, anche perché può rientrare sul sinistro e sfruttare la grande precisione per tiri o passaggi. Ma appunto, Ala, non Esterno di centrocampo. Quando poi Pirlo ha capito che bisogna metterlo vicino alla porta e non a 50 m di distanza, gli ha regalato la finale di Coppa Italia, decidendo la partita con gol e assist. Se non vuoi sfruttare le sue abilità in mezzo al campo, mettilo vicino all’attaccante. Tutto qui. Tutto questo per dire cosa? Kulusevski deve avere il giusto atteggiamento, lavorare a testa bassa e parlare di meno, ma se non lo sai mettere in campo, non potrà mai rendere.

Consigli per gli acquisti: quali giocatori scandinavi consiglieresti ai club di Serie A?

Dipende sembra dal club. Ogni club può avere bisogno di un determinato profilo, anche poco appariscente ma efficace in quel contesto. Parlando in generale però, io sono calcisticamente innamorato del danese Jesper Lindstrøm del Brøndby IF. Tecnicamente di alto livello, fisicamente deve mettere massa e deve imparare ad essere più costante, ma nel club giusto può fare la differenza. Non a caso il BIF ha vinto il campionato partendo assolutamente sfavorita rispetto alle due big del campionato. Un altro nome sempre dalla Danimarca ma stavolta ghanese, è Kamaldeen Sulemana del Nordsjælland. 19 anni, è capace di giocare ad una velocità pazzesca il tutto trattando il pallone in maniera ottimale. Chiudo dicendo Jens Cajuste, centrocampista svedese del Midtjylland, tecnicamente non ancora impeccabile ma con doti atletiche rilevanti, oltre alla sua abilità di recuperare il pallone e poi ripartire che mi impressiona particolarmente. I nomi sono tanti, ci sarebbe anche il giovanissimo prodigio norvegese Andreas Schjelderup, ma è bene che resti ancora un po’ al Nord. Raramente ho visto un 16enne (17 da un mese) con quella qualità e quel carattere.

Claudio Ruggieri

di Redazione

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